Innovazione

Venture Capital per lo sviluppo e valorizzazione di idee

Tommaso Bartoli

Spesso i concetti di Private Equity e Venture Capital sono utilizzati come sinonimi, ma esistono importanti differenze riguardanti questi fondamentali strumenti a supporto dell’attività d’impresa.

Che cos'è il private equity?

L’Associazione italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt (AIFI) descrive il private equity come l’attività di investimento nel capitale di rischio di imprese non quotate, con l’obiettivo della valorizzazione dell’impresa oggetto dell’investimento ai fini della sua dismissione entro un periodo di medio-lungo termine.

Che cos'è il venture capital?

All’interno del genus private equity possiamo identificare la species del venture capital, ossia l’attività di venture capital rappresenta un sottoinsieme delle attività di private equity.

Qual è la differenza tra private equity e venture capital?

Gli investimenti di private equity e venture capital rientrano negli investimenti di tipo equity, ossia aventi a oggetto l’acquisizione di una partecipazione nel capitale di rischio dell’azienda target, ma mentre nel private equity il target dell’investimento è un’azienda già esistente e avviata, nel venture capital rientrano gli investimenti aventi come target di riferimento imprese nelle prime fasi del loro ciclo di vita (alcune volte neppure esistenti, infatti parliamo di “paper company”) che presentano importanti opportunità di crescita futura.

Il ciclo di vita di un'impresa ed investimenti

È possibile individuare per ogni fase del ciclo di vita di un’impresa una specifica tipologia di investimento realizzabile dagli operatori di private equity e venture capital, indicando nelle parentesi vengono le fasi del ciclo di vita aziendale:

  1. Seed financing (Development): i seed capital rappresentano i fondi finanziari utilizzati da un imprenditore per sviluppare un progetto innovativo e avviare successivamente una nuova attività d’impresa. In questa fase esiste esclusivamente un’idea di un nuovo prodotto o servizio da immettere sul mercato. È necessario reperire finanziamenti per sostenere l’attività di sperimentazione e per valutare le effettive potenzialità di commercializzazione sul mercato del prodotto/servizio.
  2. Startup financing (Startup): una volta terminata l’attività di sperimentazione, l’impresa entra nella fase di startup. In questa fase il capitale raccolto viene allocato al fine dello sviluppo e avviamento dell’attività produttiva e della strutturazione delle diverse funzioni aziendali.
  3. Early growth financing (Early growth): il finanziamento raccolto in questa fase viene utilizzato al fine di creare un’organizzazione stabile e permanente. In questa fase iniziano le vendite del prodotto/servizio e la crescita dell'azienda.
  4. Expansion financing (Expansion): investimento indirizzato a finanziare la crescita organica (innovazione di prodotto/processo, export, investimenti greenfield) o inorganica (alleanze, acquisizioni, fusioni) di un’impresa già esistente. L’investitore solitamente acquisisce una partecipazione minoritaria del capitale sociale della società. Il suo coinvolgimento nella gestione dell’impresa è limitato, svolge un ruolo consulenziale fornendo consigli a livello strategico e finanziario.
  5. Replacement financing (Mature age): l’investimento è finalizzato alla ristrutturazione dell’assetto proprietario, l’investitore istituzionale acquista azioni o quote societarie per sostituire temporaneamente una parte dell’azionariato non più interessato al proseguimento della propria attività di socio. Queste operazioni di investimento riguardano prevalentemente l’acquisizione di una partecipazione di minoranza.
  6. Vulture financing (Crisis or decline): investimento realizzato con la finalità di risanare un’impresa in una situazione di declino o di crisi aziendale. Il finanziatore subentra nella società acquisendo una partecipazione di maggioranza con l’intento di avviare tutte quelle attività necessarie per ristrutturare e rilanciare l’impresa.

Gli operatori di venture capital investano prevalentemente nelle startup posizionate nelle fasi di startup ed early growth e in misura inferiore nella fase di development.

Venture capital: le peculiarità degli investimenti

Possiamo identificare le tre principali differenze che distinguono il finanziamento apportato da parte degli operatori di venture capital rispetto ad altre forme di finanziamento:

  • assunzione del rischio di impresa essendo un investimento nel capitale sociale dell’impresa (Equity). Il livello di rischio assunto dall’operatore di venture capital è particolarmente elevato, in quanto vengono finanziati progetti imprenditoriali innovativi il cui successo è altamente incerto;
  • gli operatori di venture capital oltre a fornire un supporto finanziario generalmente forniscono un supporto di tipo manageriale e strategico nella gestione dell’attività d’impresa. Il venture capitalist non è un semplice finanziatore, ma partecipa attivamente allo sviluppo e alla gestione d’impresa apportando nuove idee, esperienza, numerosi contatti del proprio network e conoscenze di tipo tecnico e manageriali;
  • la partecipazione al capitale delle società ha carattere temporaneo (generalmente 5-10 anni) e minoritario. L’obbiettivo degli operatori di venture capital non consiste nell’acquisire il controllo della società target, ma cercano di apportare il proprio contributo di tipo finanziario e gestionale all’azienda al fine di contribuire allo sviluppo e alla realizzazione del progetto imprenditoriale così da accrescere il valore dell’impresa.

Altri operatori a sostegno delle startup

Accanto agli operatori di venture capital è possibile identificare ulteriori soggetti che apportano sostegno finanziario e manageriale ai promotori dell’idea imprenditoriale durante le primissime fasi di vita dell’impresa (fase di development):

  • Angel investor (anche detti Business Angel): sono investitori privati informali (non istituzionali), ossia tipicamente persone fisiche, che investono risorse finanziare proprie acquisendo una partecipazione nel capitale di rischio in startup innovative durante la fase embrionale della loro crescita. Generalmente i business angels sono ex imprenditori, manager, liberi professionisti dotati di un patrimonio personale consistente e con elevate competenze manageriali e tecniche che mettono a disposizione dei promotori del progetto imprenditoriale.
  • Incubatore d’impresa: spazio fisico (negli ultimi anni sono numerosi gli esempi di incubatori d’impresa virtuale) all’interno del quale le startup possono usufruire di tutte gli strumenti e l’assistenza necessaria per sviluppare la propria idea imprenditoriale e trovare potenziali finanziatori.

Occorre tenere separati gli operatori di venture capital dalle figure sopra indicate per due motivi principali:

  • Fase di intervento: differentemente dagli angel investors e dagli incubatori gli operatori di venture capital intervengono, come visto, nella fase iniziale del ciclo di vita dell’impresa (development) e, soprattutto, nelle fasi successive di startup ed early growth, dove il fabbisogno di finanziamento delle startup aumenta considerevolmente.
  • Modalità di investimento: gli operatori di venture capital forniscono capitale di rischio a startup con un fabbisogno finanziario più elevato attraverso strutture giuridiche riconoscibili e definite (solitamente, come vedremo, tali strutture sono le Società di Gestione del Risparmio). Per questo motivo parliamo di investitori formali.

Possiamo individuare diversi operatori di venture capital (nel seguente articolo analizzeremo solamente il primo):

  • Fondi di venture capital e altri operatori affini
  • Operati bancari
  • Operatori pubblici

Fondi di venture capital

I Fondi di Venture Capital svolgono la propria attività attraverso lo strumento del fondo chiuso (o fondo di investimento mobiliare chiuso) promosso da una Società di Gestione del Risparmio (SGR), unica società autorizzata a livello italiano a promuovere, istituire, organizzare e gestire il patrimonio che confluisce all’interno dei fondi di investimento chiusi. Il ciclo di vita di un fondo di venture capital si articola fondamentalmente in quattro fasi differenti:

  1. Fundraising: la SGR per mezzo dello strumento del fondo chiuso raccoglie le risorse finanziarie da investitori istituzionali oppure privati (istituzioni bancarie, fondi pensione, fondi sovrani e governativi, family office, assicurazioni ecc.) consegnando in cambio quote di partecipazione al fondo.
  2. Investimento: la SGR tramite il fondo chiuso, dopo aver svolto un’attenta fase di ricerca e selezione delle opportunità d’investimento, investe i capitali raccolti acquisendo partecipazioni nel capitale di rischio delle società target
  3. Gestione e monitoraggio: in questa fase viene svolta l’attività di gestione e monitoraggio delle partecipazioni in portafoglio.
  4. Disinvestimento: l’ultima fase è rappresentata dall’attività di disinvestimento (o exit). In caso di insuccesso delle operazioni di investimento dovranno essere avviate quelle strategie e processi necessarie a gestirne la fine. Mentre, nel caso in cui l’investimento abbia registrato una performance positiva gli operatori di venture capital dovranno considerare due aspetti fondamentali per gestire correttamente la fase di disinvestimento: il timing, ossia l’individuazione del momento più opportuno per realizzare l’operazione di exit, e la modalità di smobilizzo della partecipazione. Le principali modalità di disinvestimento della partecipazione posseduta da un fondo di venture capital sono:
  • IPO (Initial public offering o offerta pubblica iniziale): la cessione della partecipazione avviene attraverso la quotazione su un mercato regolamentato;
  • Trade sale: la partecipazione viene ceduta a un acquirente industriale (con industriale intendiamo non finanziario);
  • Secondary buyout: la partecipazione viene ceduta a un acquirente avente natura finanziaria (ad esempio un fondo di Private Equity);
  • Buy back: il socio originario riacquista la partecipazione inizialmente ceduta all’investitore istituzionale. Questa possibilità solitamente è prevista da contratto all’inizio delle operazione di investimento.

Infine, a scadenza vengono rimborsati i sottoscrittori del fondo in proporzione alle quote detenute ottenendo in caso di performance positiva dell’investimento un capital gain (dato dalla differenza tra capitale incassato all’uscita dell’investimento e il capitale investito all’entrata del fondo). Pertanto, il venture capital rappresenta un’opportunità rilevante per accedere a risorse finanziarie (difficilmente reperibili attraverso i canali tradizionali) necessarie a sviluppare progetti innovativi e ad alto contenuto tecnologico.