Innovazione

Quali sono le differenze tra parchi scientifici, hub e cluster tecnologici?

Felice Nitti

Negli ultimi anni si è diffusa l’idea che attraverso la costruzione di network fisici e/o virtuali si possa ampliare in modo significativo il potenziale innovativo che può nascere nelle strutture di ricerca. È per questo motivo che sono sorte tre tipologie di strutture diverse: parchi scientifici, hub e cluster tecnologici.

Sono state così messe in atto soluzioni organizzative volte a favorire lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione attraverso la concentrazione di laboratori nello stesso ambito territoriale e fra questi.

Parchi Scientifici: incubatori di innovazione

I parchi scientifici, strutture per lo più di natura pubblica in cui vengono raccolti laboratori sia pubblici che universitari o privati di eccellenza, con l’idea di avere una ricaduta dalla “cross-fertilization” dei ricercatori dotati di competenze differenziate che si trovano ad interagire in uno stesso luogo. Un famoso esempio è l’insediamento di Sophia Antipolis a Nizza.

Hub Tecnologici: acceleratori di startup

I business innovation center o hub tecnologici, strutture volte in modo diretto allo sviluppo di iniziative imprenditoriali, dove vengono messe a disposizione di startup e di imprese una serie di servizi e di competenze che le aiutino a sviluppare soluzioni innovative per il mercato. Anche gli incubatori e gli acceleratori sono un tipo di struttura che rientra in questa categoria. Nello specifico sono grandi organizzazioni in genere di natura pubblica o mista pubblico/privata in cui sono collocati in uno stesso luogo una serie di laboratori di enti governativi, università, imprese private (grandi e piccole). Gli Hub non sono pensati propriamente per le startup ma per mettere in atto processi di «cross-fertilization», atte a generare non solo innovazioni ma anche avanzamenti nella ricerca di base e questo potrebbe dar vita alla nascita di nuove startup.

Cluster Tecnologici: concentrazione di eccellenza

Localizzazione entro cluster tecnologici, ovvero in aree di agglomerazione di attività di ricerca e sviluppo al fine di sfruttare il network di relazioni e la circolazione di conoscenze e di competenze che tipicamente si verifica in queste circostanze ovvero i cosiddetti “spillover”. La Silicon Valley è il caso più noto di cluster tecnologico. Una rete di imprese e di istituzioni concentrate territorialmente e specializzati in un determinato campo, che competono e cooperano fra loro.

Benefici apportati

Partecipare a un cluster tecnologico offre alle imprese una serie di vantaggi, spesso indicati come economie di agglomerazione. Questi benefici includono:

Quando imprese attive in settori affini si raggruppano, si verificano notevoli risparmi di produzione. Questo avviene perché la concentrazione di attività porta a una maggiore specializzazione e divisione del lavoro, riducendo i costi di produzione.

Inoltre, la presenza di imprese concorrenti nello stesso settore può comportare ulteriori vantaggi, attirando fornitori e clienti interessati a una vasta gamma di servizi o prodotti. Tra i vantaggi dell'agglomerazione vi sono:

  • Bassi Costi di Trasporto: La vicinanza fisica riduce i costi di trasporto per beni e servizi, consentendo alle imprese di operare più efficientemente.
  • Mercato Locale Ampio: Un grande mercato locale offre opportunità di domanda e offerta di lavoro, favorendo la crescita economica.
  • Riduzione dei Costi di Ricerca e Sviluppo: L'agglomerazione agevola la condivisione di conoscenze e la collaborazione tra imprese, abbassando i costi di ricerca e sviluppo.
  • Scambio di Conoscenza: L'accumulo di conoscenza e capitale umano promuove la condivisione di idee e innovazioni tra le imprese.

Svantaggi ipotetici

Tuttavia, l'agglomerazione non è priva di sfide. La concentrazione spaziale di imprese e risorse può portare a problemi di congestione del traffico, inquinamento e altre esternalità negative. Ad esempio, la crescita concentrata in settori come l'automobile può generare problemi di congestione stradale. È questa tensione tra vantaggi ed eventuali svantaggi che impedisce alle città di diventare eccessivamente grandi e le spinge a trovare un equilibrio.

Pertanto, considerati i diversi i modi in cui si può favorire l'innovazione, oggi con le nuove esigenze di lavoro agile e in smart working c'è bisogno proprio di una nuova modalità capace di non fermare questo processo innovativo, che di base ha il confronto e la vicinanza.