Definire i social network come "migliori amici" appare probabilmente un azzardo. L'effettiva realtà odierna mostra un'epoca in cui smartphone, computer e ogni altra tecnologia domina la vita quotidiana degli individui. Nonostante la definizione di "dipendenza" non si accosti a tutti i beneficiari di questi servizi, è necessario riflettere circa il tempo dedicato all'utilizzo delle "reti sociali", note comunemente come "Social Network".
I social network condizionano la nostra vita?
Instagram, Facebook, Twitter e social minori come Snapchat o Telegram si sono rivelati fenomeni di massa d'importanza socio-economica-politica che, specie negli ultimi anni, hanno orientato differenti ricerche antropologiche e psicologiche mirate alla raccolta di precisi dati relativi al condizionamento che essi esercitano sulle nuove generazioni.
Adulti, cresciuti lontano da queste c.d. "società virtuali", sono meno condizionati e condizionabili dai social, la cui iscrizione, spesso, dipende da esigenze lavorative o dalla semplice curiosità di affacciarsi, di fatto, ad un nuovo mondo. LinkedIn o Zwap, ad esempio, vengono usati per scopi lavorativi. Sfruttandone la rete, infatti, puoi connetterti con altri professionisti del tuo stesso settore e cercare di migliorare il proprio networking.
Le nuove generazioni sono più social
I giovani sono più interessati ai social in quanto hanno voglia di entrare in contatto con il proprio idolo musicale, sportivo di riferimento e soprattutto di accrescere la loro stessa popolarità sul web. Nomi come Gianluca Vacchi, Chiara Ferragni, Cristiano Ronaldo non si riferiscono esclusivamente a determinate celebrità, di fama mondiale per la loro professione ma vere e proprie imprese viventi, macchine da soldi in grado di fatturare cifre impensabili ai "comuni mortali". L'ambizione di raggiungere tali numeri, la volontà di imitazione si traduce, in alcuni casi, in una pericolosa ossessione social che porta le persone a spingersi oltre i limiti ai soli fini di popolarità e di follower.
Qual è il social del momento?
Insta-stories, new post, like sono termini insiti nel vocabolario comune, i quali godono del medesimo denominatore. Instagram è la rete sociale del momento, la più cliccata sugli smartphone, quella che ha sottratto lo scettro di "social principale" a Facebook; questo, negli ultimi mesi, ha subito un drastico calo delle iscrizioni e, al contrario, un drastico abbandono della piattaforma (anche se, per molti, solo in termini di utilizzo) causate dalle questioni legate alla privacy e alla sicurezza di cui molte fonti hanno scritto. Il solo desiderio di popolarità e di mostrare la propria vita quotidiana ai follower non bastano a giustificare il boom sociale.
Quali sono le conseguenze negative più comuni dei social?
La soglia d'attenzione si è radicalmente abbassata, quasi azzerata, basti pensare alle campagne pubblicitarie di grandi agenzie mondiali (BBDO, Saatchi&Saatchi, DDB ecc...) i cui prodotti video da interi minuti di pubblicità, durano attualmente pochi secondi. Un advertising di durata superiore ai 30 secondi risulta inefficace ai fini persuasivi, in quanto solo i primi 8 secondi di uno spot sono decisivi per catturare l'attenzione del cliente e indurlo all'ipotetico acquisto del prodotto in vendita. Il formato temporale delle Insta-stories è un riferimento stabile e fisso nell'apparato cognitivo umano. Fare leva sulle emozioni primarie (paura, noia, erotismo) è focus centrale delle aziende nella comunicazione con il pubblico; attirare l'attenzione ogni tre secondi permette una possibilità maggiore che l'individuo trovi interessante quanto comunicato dal social media manager dell'impresa.
Stati depressivi, infelicità, solitudine, tendenze suicide caratterizzano un'elevata percentuale degli adolescenti che fanno uso abituale dei social, ciò ha portato i grandi top manager (CEO) della Silicon Valley quali Apple e Google, a privare i figli di telefoni, smartphone in quanto consapevoli dei rischi per il cervello soprattutto in giovane età quando si è ancora malleabili.
Quali sono le conseguenze negativi più gravi dei social?
L'uso spasmodico dei social nella nostra società determina anche atti estremi, sfide fatali giungendo al suicidio. Infatti la totale immersione nel mondo dei social network causa il distacco completo dalla vita reale. Ciò è stato dimostrato da molti studiosi che il cervello umano viene riprogrammato inconsciamente, indipendentemente dalla volontà delle persone.
Come utilizzare correttamente i social?
Dichiarare guerra alle nuove tecnologie, essere inflessibili nei confronti dei social network cercando in qualsiasi modo di sottrarsi alla loro incredibile forza di riprogrammazione umana non è la strada migliore è usarli con intelligenza nel rispettato di se stessi e degli altri. Infatti, non bisogna necessariamente pubblicare e condividere qualsiasi cosa della propria vita e pubblicare automaticamente, per ottenere tanti like.
È necessario dunque che i giovani in particolare acquisiscano responsabilità, consapevolezza, informazione circa rischi e pericoli che i social media possono comportare per mantenere il controllo della rete, nel presente e, successivamente, in futuro. Essere governanti, dominatori dei social senza cadere nell'oblio della fatale schiavitù virtuale, raggiungendo il cosiddetto benessere digitale.